
Le choix de focaliser l’attention sur ce qui s’appelle les centres de rétention administratifs (CRA) est dicté par une simple considération : en tant qu’anarchistes, nous considérons comme intolérable l’existence de lieux de ségrégation et de privation de libertés des êtres vivants. Nous parlerons de cela avec quelques Ennemis de toutes les frontières qui, en Italie, à Lecce, ont porté entre 2002 et 2005 une lutte contre le CRA de la région. Partis d’une contestation initiale de ce qui se définissait comme camp de concentration, ils sont arrivés à la conclusion que ce camp non seulement devait, mais aussi pouvait être fermé. Et pour arriver à ce résultat, la détermination a ouvert de multiples chemins. Multiples, mais pas contradictoires, car orientés par ces convictions qui servaient à éclairer le chemin : autogestion de la lutte, conflictualité permanente et attaque directe. Le manque de relations régulières avec les prisonniers du centre n’a pas empêché le développement d’une lutte commune. Commune, mais pas ensemble, parce qu’il ne fait aucun doute que les actions projetées et concrétisées à l’extérieur allaient inévitablement dialoguer avec les révoltes qui ont éclaté à l’intérieur et les évasions. Ce rendez-vous ne sera pas une discussion qui raconte cette expérience passée, mais plutôt la proposition d’une méthode qui ne connaît ni délégation ni délai, qui vise à la fin de l’État, de ses prisons et de ses camps de concentration.
Discussion suivie d’un dîner à prix libre
contre toutes les prisons
Vendredi 29 octobre 2021, à 18h00

Chi è Claudio Lavazza lo si intuisce fin dalla prima pagina di questo libro: le azioni di cui è accusato parlano chiaro. Un ribelle, anarchico, guerriero, espropriatore, che ha partecipato, insieme a tanti giovani della sua generazione, al tentativo di cambiare la società e il mondo, assumendosi tutta la responsabilità di farlo con gli strumenti che riteneva adeguati. La sua biografia non è soltanto una testimonianza in più sulla lotta armata di fine anni Settanta inizio anni Ottanta, ma è anche il ritratto di un uomo che, caso piuttosto raro, nella stagione di spietata repressione dell’insorgenza armata in Italia, non si rifugia all’estero per accomodarsi tra le promesse di governi più o meno garantisti, non accetta la condizione di rifugiato politico, ma prosegue la sua lotta Oltralpe, mettendo in pratica con lucida coerenza i princìpi dell’internazionalimo proletario e dimostrando che, proprio come l’ingiustizia e la disuguaglianza, anche l’urgenza di combatterle non conosce frontiere. Con una ferrea disciplina e una cosciente determinazione, non pensa ad arricchirsi e a sistemarsi, nonostante gli espropri per i quali è stato condannato abbiano fruttato bottini più che allettanti. Prosegue la sua lotta affrontando le difficoltà di ogni esiliato e di ogni perseguitato. Claudio pretende non venga tirata una riga sulla sua esperienza, che mai considera conclusa, nemmeno quando, nel dicembre del 1996, a Cordoba, viene ferito in un conflitto a fuoco e poi arrestato: la sua battaglia prosegue anche in carcere. In quel “carcere dentro il carcere” che è il regime Fies dello Stato spagnolo, al quale è sottoposto per un lunghissimo periodo. Un’esperienza di oltre quarant’anni, che unisce senza ripensamenti le lotte di ieri a quelle di oggi, con una visione concretamente internazionalista e ostinatamente radicale. Attraverso i suoi racconti, Claudio ci trasmette la forza che ha animato le sue battaglie, messe a dura prova dall’esilio prima e dal carcere fino ai giorni nostri, senza perdere quell’entusiasmo che gli ha permesso di affrontare, giorno dopo giorno, l’isolamento e la tortura della reclusione.
Samedi contre l’actualité
Edition en allemand
Depuis l’introduction: Dans Contre le scientisme l’accusation est particulièrement portée contre la science, dont l’auteur analyse le parcours historiquement déterminé et l’idéologie mortifère dont elle se fait porteuse.
À la fin du